Cisternino

Cisternino

Valle d’Itria, nella cosiddetta Murgia dei trulli.

Cisternino (Cïsterninë in dialetto Apulo Barese, Cisturnium in latino) è un Comune di Bari, di 11 045 abitant della Provincia di Brindisi, iin Puglia. Fino al 1927 afferiva alla provincia di Bari, che, con la configurazione territoriale dell’epoca, corrispondeva all’intendenza di Terra di Bari del Regno di Napoli.

Situato sull’ultimo lembo della Murgia sud-orientale pugliese (394 m sul livello del mare), si affaccia a sud-ovest sulla valle d’Itria, caratterizzata da numerosi trulli..

Confina con la provincia di Tarantko e la città metropolitana di Bari.

STORIA

Il territorio del comune di Cisternino fu abitato, fin dal Paleolitico medio-superiore, da nuclei umani provenienti dal nord della penisola o dall’area siculo-africana e che lasciarono, sulle colline dove fissarono i loro accampamenti stagionali, numerose tracce della loro vita, dedita alla caccia e alla raccolta di frutti spontanei e tuberi. Ancora oggi, nella zona di monte Specchia, sui colli di Restano e sulle incolte balze di Serra Amara, si rinvengono utensili preistorici d’ogni genere: punte di zagaglie, lame, raschiatoi e bulini per incidere ossi. Queste comunità umane andarono sempre più infittendosi, fino a raggiungere un numero considerevole di insediamenti nell’Età del bronzo; decine di stazioni di questa età sono state recentemente localizzate in varie zone del territorio e quelle di Maselli, Ibernia piccola, Carperi, monte d’Alessio, monte le Fergole e Figazzano, hanno un’importanza non indifferente per la comprensione della preistoria brindisina.

Secondo la leggenda, riportata da padre Tommaso Angiulli nella sua Memoria cronologica di Cisternino del 1661, il nome Cisternino deriverebbe dall’eroe eponimo Sturnio, compagno di Diomede, che invece avrebbe fondato Brindisi. Scampato alla Guerra di Troia avrebbe fondato una città chiamata Sturnoi o Sturnino, che sarebbe stata distrutta nel 500 in seguito ad una guerra con Egnazia e poi ricostruita nel 550 come Civitas Sturnina o Cisternino.[4]

L’ipotesi più attendibile è invece quella di Giovanni Colella, che nella sua Toponomastica pugliese afferma la derivazione di Cisternino da Cis-sturnium, cioè “al di là di Sturnium“. Sturnium, citata anche da Plinio il Vecchio e da Tolomeo, sarebbe invece con una città sita nei pressi dell’attuale Ostuni, che è effettivamente nelle vicinanze di Cisternino. Cisternino sarebbe dunque nata dall’aggregazione di abitazioni agricole sorte al di là di Sturnium.[4]

Non risultano infatti insediamenti greci nel territorio di Cisternino, che fu invece sicuramente interessato dallo stanziamento di coloni romani a partire dal I secolo a.C., come evidenziano i rinvenimenti tombali, ma anche le monete di età repubblicana e imperiale. Roma aveva infatti vinto le guerre sannitiche e la guerra tarantina, acquisendo già dal 272 a.C. il controllo sul territorio pugliese.[4]

La prima testimonianza sul Casale di Cisternino è data dalla scoperta, al di sotto della chiesa romanica di San Nicola, dei resti di un piccolo tempio cristiano, edificato realisticamente intorno all’anno 1000. Nonostante sia probabile l’esistenza di insediamenti di monaci basiliani, di rito greco, come nel resto della Valle d’Itria, non ci sono testimonianze a riguardo. Infatti, una bolla di papa Alessandro II assegnava nel 1063 i diritti all’Arcivescovado di Trani sulla parrocchia di Cisternino, che quindi doveva far parte della chiesa di Roma. Dopo che nel 1091 papa Urbano II aveva distaccato la diocesi di Monopoli da quella di Brindisipapa Alessandro III emanò il 26 febbraio 1180 una bolla che costituisce la prima citazione di Cisternino come casale[5], afferente alla chiesa di San Nicola, e l’assegnava alla diocesi di Monopoli, riconfermandone una datata 10 febbraio 1177 e sancendo la soggezione della città al dominio di Monopoli, che sarebbe durato fino al 1806. Non è possibile dunque affermare l’esistenza di Cisternino come casale già intorno al 1000; tuttavia, il toponimo deve necessariamente precorrere la fondazione della chiesa, altrimenti il territorio avrebbe preso il nome della chiesa stessa.

Monumenti e luoghi d’interesse

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Cisternino – Monumento ai caduti e Chiesa Madre
Santuario della Madonna d’Ibernia (Madonna de Bernis)
Monumento ai caduti di guerra del Comune di Cisternino
  • Centro storico: esempio di “architettura spontanea” è diviso in rioni che in dialetto locale si identificano in ScheleddU’ PantèneL’Isùle, Bère Vecchie e quello più esterno, chiamato “u Bùrie” dove si trovano palazzi storici (palazzo del Governatore, palazzo Vescovile, palazzo Amati, palazzo Lagravinese, palazzo Devitofranceschi, torre Capece);[10]
  • Torre di Porta Grande o Normanno-Sveva: di epoca medievale, alta 17 metri, questa torre costituiva l’ingresso principale della città. In alto, sulla sommità, vi è una piccola statua di San Nicola di Bari. È stata sottoposta nei secoli a vari riadattamenti, l’ultimo dei quali nel 1995;

Architetture religiose6

La Chiesa Madre costruita nel XIV secolo su di un’antica chiesa paleocristiana dei monaci basiliani, presenta al suo interno due opere in pietra viva del XVI secolo, di notevole valore, firmate dallo scultore “Stephanus Abulie Poteniani” (Stefano da Putignano): una Madonna con Bambino, nota come la “Madonna del Cardellino” e un piccolo tabernacolo. All’interno della chiesa è presente un piccolo ma pregevole organo a canne opera del Cav. Pacifico Inzoli di Crema (CR) risalente al 1909. Originariamente collocato su cantoria in controfacciata, fu smontato negli anni 50 del Novecento, in occasione dei lavori di restauro della Chiesa che la riportarono all’originale candore romanico. Fu successivamente riassemblato (seppur profondamente mutato nel prospetto ma non nel sistema fonico-trasmissivo) nel cappellone che si apre bel transetto nella navata destra tra il 1955 e il 1956 dall’organaro Angelo Consoli da Locorotondo. Dopo un silenzio durato oltre 40 anni, l’organo è stato restaurato nel 2017 dall’organaro Giovanni Rega di Bari e inaugurato il 6 dicembre dello stesso anno.

Tradizioni e folclore

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foto n.1 – Processione Santi Quirico e Giulitta

Tra le manifestazioni folkloristiche più attese a Cisternino, c’è sicuramente Pasquetta. Chiamata nel dialetto dei suoi abitanti Pasquarèdde, questa festività si svolge presso il Santuario della Madonna d’Ibernia, dove ci si reca con dei dolci tipici (a forma di borsetta con due uova sode per i bambini, con uno a forma di bambola con un uovo sodo per le bambine). Chiamato “u currùcchëlë”, esso porterebbe prosperità e fecondità: il termine dialettale potrebbe essere una deformazione locale della voce latina auguraculum, composta da augurium più oraculum, nel senso pagano di dono propiziatorio, auspicio, offerta augurale. Un rito che si ricollega ai primitivi riti pagani della fertilità che i monaci basilani innestarono nella religione cristiana allorquando eressero in quei posti la badia greca, sui cui resti sorse poi l’attuale Santuario d’Ibernia dedicato alla Vergine, detta con espressione popolare ‘a Madonna d’ l’ove, cioè la Madonna delle Uova, come promessa e simbolo di vita nuova, fertilità e abbondanza perciò anche Madonna delle mamme: è antica usanza infatti per le spose che aspettano la nascita di un figlio recarsi a piedi al santuario per un ciclo di 15 sabati a pregare e ringraziare la Madonna.[19]

foto n.2 – Decorazioni San Quirico e Giulitta

La più importante manifestazione alla quale partecipa l’intera popolazione cittadina è la festa dei santi patroni della città di Cisternino, Quirico e Giulitta. Tale manifestazione cittadina rispetta tutte le più importanti tradizioni locali come decorazioni luminose, eventi religiosi, concerti bandistici ed infine fuochi pirotecnici. Più semplicemente chiamata “la festa di San Quirico” cadendo sempre nella prima settimana di Agosto rappresenta per la popolazione locale e turistica la conclusione del periodo estivo.

L’8 settembre, nel giorno della natività della Vergine Maria, si svolge la Fiera della Bomminella, detta anche Bommenèdde (la madonna bambina) antichissima fiera di origine agricola: si hanno notizie certe del suo svolgimento dall’epoca aragonese (sec XV). Verosimilmente fu istituita nel secolo XIII quando in Puglia le fiere furono favorite dai Normanni che istituzionalizzarono le più grosse fiere di Canosa, Bari, Taranto, Altamura, Trani, Brindisi, citate nel codice di Melfi di Federico II del 1231.[4][20] Della Fiera della Bomminella a Cisternino si ha testimonianza anche in un’iscrizione su pietra a firma del ministro di Napoli Carlo De Marco, posta su una parete in via La Fiera, dove una volta si svolgeva l’evento, risalente al 1700.[4]

Le merci che venivano maggiormente vendute nei giorni di festa – che in passato durava sette giorni – erano: grano, legumi, tele, panni, cuoiami, maioliche, scale, attrezzi per l’agricoltura ed altri prodotti artigianali. Vi si scambiava e si contrattava moltissimo bestiame di ogni genere. Oggi, con l’istituzione di altre fiere e i mercati settimanali, la Bomminella è un mercato che dura solo la giornata dell’8 settembre, anche se nel 2023 c’è stato un tentativo di rilancio da parte delle associazioni culturali cistranesi.[21]

Di importanza locale sono poi le consuete e più moderne edizioni del “Festival Internazionale Bande Musicali Valle d’Itria”[22], della Notte Verde, del Festival dei Sensi.[23]

Istituzioni, enti e associazioni

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Tra le attività per la tutela, la conservazione, la ricerca e la promozione dei beni ambientali, c’è quella svolta dal Gruppo Archeologico Valle d’Itria con l’Ecomuseo di Monte Gianecchia, del Conservatorio botanico I giardini di Pomona.

Molto importante è anche l’Ashram di Cisternino – noto come Centro Bhole Baba, oggi Fondazione Bhole Baba, fondato da Lisetta Carmi dopo un viaggio in India nel 1979, per volere del Babaji. La vita del Centro si svolge seguendo il modello dell’ashram di Herakhan, alternando la meditazione e la preghiera col lavoro comunitario. Nell’ashram di Cisternino, dal 1986, è presente un tempio identico a quello di Herakhan. Babaji stesso volle questo tempio come simbolo di unione profonda col Suo ashram in India. Chiunque può partecipare ai riti o risiedere nell’ashram per un determinato periodo e, soprattutto nei mesi estivi, si svolgono vari seminari ed attività o incontri.

Cultura

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Musica

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Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi” di Cisternino

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Dal 1994 l’Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi” di Cisternino opera sul territorio con l’obiettivo primario di divulgare tra i giovani la passione per la musica e, nel contempo, offrire momenti di aggregazione e scambi culturali; sin dalla fondazione guidata dal Maestro Donato Semeraro[24], direttore, compositore. In questi anni di attività, l’Orchestra Fiati Città “Vitino Zizzi” ha tenuto concerti e varie partecipazioni a festival di livello internazionale e nazionale ottenendo importanti riconoscimenti in tutto il mondo.[25]

L’orchestra recentemente rinominata in Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi”, allora Orchestra di fiati giovani città di Cisternino fu fondata da Vitino Zizzi a cui oggi è dedicato il nome.

Festival Internazionale Bande Musicali “Valle d’Itria”

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L’Associazione Musicale “Città di Cisternino” APS organizza dal 1998 il Festival Internazionale Bande Musicali “Valle d’Itria”[22] con lo scopo di promuovere lo scambio culturale e, contemporaneamente, far conoscere le bellezze artistiche, gastronomiche e paesaggistiche della Valle d’Itria e della Puglia attraverso dei veri e propri tour organizzati. A partire dall’Orchestra di Fiati “Vitino Zizzi” di Cisternino che fa gli oneri di casa e a seguire bande musicali provenienti da tutta Europa anno dopo anno sfilano per le vie di Cisternino promuovendo la passione per la musica e culture differenti.[26]

Musei

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Galleria Civica presso Palazzo Lagravinese. Esposta al secondo piano la Donazione Carmi, le opere che la fotografa Lisetta Carmi ha donato alla Comunità.

Nell’aprile 2011 è stato istituito il Museo del Clima in Contrada Caranna, divenuta sede di quest’unico genere di museo. Il museo è temporaneamente chiuso.[27]

Percorso archeologico “Dal buio alla luce” Chiesa di San Nicola. Gli scavi nei meandri dell’antica chiesa del X sec., tra i resti di muri affrescati, altari, e tombe ricavate nel banco di roccia su cui, tra la fine nel XIV e gli inizi del XV sec. viene edificata l’attuale Chiesa Madre. Tra gli spazi museali, ricavati nella cripta dell’attuale chiesa è possibile ammirare la collezione di oggetti e arredi sacri e la piccola galleria di statue in legno, cartapesta, risalenti ai secoli compresi tra il XVI e il XIX.

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